Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi compie venti anni e, ad un ventennio dalla sua istituzione, l’ organo di gestione ha ben pensato di proporre ai cittadini, alle associazioni di categoria ed alle amministrazioni comunali interessati, una propria bozza di regolamento che, se approvata, vedrà aumentare abissalmente la distanza tra la popolazione residente e l’ area protetta, in un quadro generale di scetticismo diffuso ed imperante.
Un parco nazionale che, sostiene Enalcaccia Arezzo, ha prodotto, nel corso degli anni, l’ immobilizzazione di interi territori concepiti nei secoli come paesaggi rurali da sempre funzionali alle economie ed alle tradizioni locali: l’ eccessivo aumento delle specie ungulate, causa la spropositata dimensione dei territori interdetti alla caccia, altro non ha provocato che un forte incentivo all’ abbandono delle attività agroforestali sia all’ interno dell’ area protetta che nelle zone limitrofe, per i danni insostenibili che cinghiali, cervi, daini e caprioli arrecano alle produzioni agricole; danni che vengono risarciti, per le aree esterne al parco, con il contributo dei cacciatori iscritti agli A.T.C.
Di poi, l’ incremento del lupo, con il conseguente abbandono dell’ attività zootecnica.
La situazione, che ha raggiunto il livello di guardia, fa registrare quotidianamente incidenti stradali, in una realtà in cui, stante le vigenti normative in materia, non sono attuabili, all’ interno dell’ area tutelata, interventi di controllo sulle specie in esubero.
Per non parlare delle promesse fatte nel tempo a vari livelli che garantivano l’ incremento di attività turistiche e svariate opportunità di lavoro legate al nascituro parco nazionale e che invece, a distanza di anni, hanno prodotto risultati totalmente fallimentari.
Se pensiamo poi ai vincoli previsti nel settore edilizio imposti, ci convinciamo ancor di più che il Parco Nazionale, altro non è stato che un forte portatore di limitazioni alle normali attività delle popolazioni residenti, alle quali che non ha portato beneficio alcuno.
Agli amministratori del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che nel tempo si sono avvicendati, forse è sfuggito il concetto che è grazie all’imprescindibile rapporto uomo natura se oggi siamo eredi di un importante patrimonio e di un paesaggio di grande valore; in una società in cui prevale l’ ambientalismo esasperato, sembra oltremodo sembra che a tutti i costi si debba considerare la presenza umana nel territorio come anomala e recente.
E che questo sia sempre stato il proposito è dimostrato dalla bozza di regolamento recentemente proposta dall’ Ente Parco la cui impostazione è spesso ideologica e sposa una linea integralista che mal si concilia con una comunità che da sempre ha vissuto in simbiosi con le sue risorse naturalistiche. Si vogliono inserire infatti ulteriori e numerosi vincoli, cavilli burocratici e costi che penalizzano e talvolta rendono impossibile il già complesso sviluppo del territorio, nonché la vita dei residenti: “Pesca a pagamento, aree vietate al’ attività ittica e riduzione dei periodi di pesca già normati dagli organi di competenza quali le regioni, ulteriori corsi di abilitazione per la ricerca dei tartufi ed aree ove la raccolta del tartufo viene interdetta, divieti di trasporto della fauna legalmente abbattuta, attraversando il territorio interessato dal parco, obbligo di custodire i cani solo nel resede dell’ abitazione ed altro ancora sono limitazioni inaccettabili, afferma Iacopo Piantini, Presidente Provinciale di Enalcaccia”.
A tal riguardo, l’ Enalcaccia, già nel mese di marzo scorso, ha depositato le proprie osservazioni, chiedendo una revisione complessiva alla bozza del regolamento, per ciò che concerne i settori di competenza ittico venatori e di raccolta dei prodotti del sottobosco.
Auspichiamo che il commissario dell’ Ente Parco, di recente nomina, porti un valido contributo, affinchè la bozza di regolamento formulata precedentemente a tale elezione, venga complessivamente rivista in ogni sua parte.
Enalcaccia inoltre, convinta che i risultati attesi hanno dato esiti negativi ed avendo registrato, nelle varie assemblee pubbliche organizzate di recente dalla Amministrazioni locali, uno stato di malessere diffuso tra le popolazioni residenti per la problematica “Parco”, sostiene la mozione che prevede la riduzione dei confini del territorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la quale, in sostanza, propone di escludere dall’ area protetta i centri abitati, facendone coincidere i confini con le storiche foreste demaniali. Crediamo che sia dovere delle istituzioni dar voce alle richieste dei propri cittadini e quindi appoggiare questa iniziativa.
Iacopo Piantini
Presidente Prov.le Enalcaccia Arezzo