La recente decisione del TAR della Toscana sul blocco degli abbattimenti di piccoli e femmine di capriolo ha rappresentato un fulmine a ciel sereno per i numerosi selecontrollori che in tutta la Toscana erano nel bel mezzo del legittimo esercizio della loro passione. Noi, come Enalcaccia Aretina, non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni che hanno indotto URCA Nazionale ad esprimere contrarietà alla Deliberazione della Giunta Regionale Toscana 633/18, ma condanniamo fermamente la strada intrapresa per esprimere le proprie idee e convinzioni. Il ricorso al TAR nei confronti dei calendari venatori e delle leggi e regolamenti regionali in materia venatoria è lo strumento da sempre in uso alle associazioni anticaccia, al loro scopo di disturbare ed impedire ai cacciatori di svolgere una regolare attività, quale quella della caccia.
Fa ancora più notizia se il Presidente di Urca Nazionale, Associazione per la maggioranza composta da cacciatori, sia anche Vice Presidente di una importante Sezione Provinciale di Federcaccia Toscana.
Crediamo che, in un periodo nel quale è sempre più difficile esercitare la ns. passione con tranquillità, per un sistema legislativo e burocratico eccessivo e spropositato per l’ entità dell’ attività venatoria, siano da evitare azioni che vadano a creare ulteriori problematiche ai cacciatori, già fin troppo vessati ed assillati.
L’ Enalcaccia Aretina, ritiene il comportamento di URCA, irresponsabile ed irrispettoso nei confronti dei cacciatori di selezione toscani, che svolgono al meglio la loro attività e sono da sempre in prima linea per la difesa della biodiversità del nostro territorio.
Enalcaccia Sezione Provinciale Arezzo
Il Presidente Iacopo Piantini