ATC Arezzo 1, tra balzelli, ripopolamenti mancati ed atti negati!

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In data 22.05.2023 il presidente dell’ATC Arezzo 1 ha diramato ai responsabili dei distretti di caccia di selezione delle specie capriolo, cinghiale e cervo ed ai responsabili dei distretti di caccia al cinghiale in braccata appartenenti al comprensorio dell’ATC aretina, una propria nota con la quale si comunicano le quote che ogni singolo cacciatore appartenente a tali distretti dovrà versare in favore dello stesso ente, per la stagione venatoria 2023/24.
Con ciò, in sintesi, dando seguito ad una delibera approvata a maggioranza dai componenti il Comitato di Gestione dell’ATC Arezzo 1 in rappresentanza di Federcaccia ed Ekoclub e dal rappresentante di maggioranza della Regione Toscana, si prevede il pagamento di una somma pari ad euro 5,00 per ogni cacciatore iscritto alle squadre di caccia al cinghiale ed una somma variabile da 1,00 euro a 10,00 euro, a seconda dei capi assegnati in riferimento ai piani di abbattimento dei distretti di caccia di selezione al capriolo, oltrechè la somma di euro 5,00 per i cacciatori esercitanti la caccia di selezione al cinghiale, la caccia al cinghiale in forma singola e la caccia al cinghiale in girata. A ciò, si aggiunge la somma di euro 20,00 per i cacciatori iscritti ai distretti di caccia di selezione al cervo, quota inserita in delibera a nostra insaputa, successivamente alla riunione del Comitato…in faccia alla trasparenza ed al confronto. Si prevede infine il raddoppio delle citate somme dovute per i cacciatori provenienti da fuori regione e per i cacciatori toscani con l’ATC Arezzo 1 come ulteriore ATC, creando così concrete difficoltà a quelle squadre che operano a confine con altre regioni e che hanno iscritti non residenti.
E’ bene precisare che il mondo agricolo, tramite le proprie tre rappresentanze in ATC, aveva proposto quote ancor più alte.
Le lamentele conseguenti pervenute dai cacciatori, che noi Enalcaccia riteniamo fin troppo giustificate e legittime, sono state immediate.
In merito, inversamente a ciò che sostiene la dirigenza dell’ATC Arezzo 1, a guida Federcaccia, occorre evidenziare che la scelta di imporre le quote sopra riferite è una scelta esclusiva dell’ATC stessa e non come lo stesso ente fa circolare ad arte, imposta dalla Regione Toscana.
In realtà, la Regione Toscana, con propria delibera di Giunta n. 379 del 11.04.2023 ha stabilito il contributo da pagare per la partecipazione alla caccia di selezione a cervidi e bovidi ed alla caccia al cinghiale in braccata da parte dei cacciatori iscritti ai distretti degli ATC ricadenti in area vocata e iscritti alla squadra per la caccia in braccata al cinghiale, sia determinato entro un importo massimo di 50,00 euro per ciascuna specie; il contributo non è previsto per i distretti ricadenti nelle aree non vocate.
Per ottemperare alla delibera regionale, noi Enalcaccia, in sede di riunione del Comitato ATC, abbiamo proposto di applicare la somma minima di un euro per ogni iscritto alla squadre di caccia al cinghiale, rispetto alla quota di 5 euro proposta dal presidente dell’ATC Arezzo 1, che appunto non è assolutamente imposta dalla Regione, come invece vogliono far credere.
Abbiamo proposto la quota di un solo euro, votata anche dal rappresentante Wilderness in ATC Dino Diacciati, in considerazione che, oggi, gli iscritti alle squadre di caccia al cinghiale, oltre a registrare abbattimenti di cinghiali ai minimi storici per l’eccessiva presenza del lupo, sono sin troppo vessati, avendo subito il balzello del pagamento obbligatorio al 15 maggio delle quota di iscrizione all’ATC, scelta adottata dalla Regione Toscana con l’emanazione del regolamento 36/R, regolamento che, a nostro parere, contrasta, nel caso dei cacciatori residenti, con il principio che l’ATC di residenza venatoria, se coincidente con la residenza anagrafica, spetta di diritto, sempre e comunque.
E non basta; riteniamo ormai che dal suo insediamento, primavera 2021, questo ATC, risponda ai soli ordini impartiti dal mondo agricolo; oltre alle quote esose che si vanno ad imporre nell’ottica di risollevare i bilanci dell’ATC, senza voler comprendere che tali miopi logiche allontaneranno sempre più persone dalla passione per la caccia, la dicono lunga i ripopolamenti di selvaggina, con piani di immissione sul territorio a caccia programmata di fagiani ridotti numericamente ai minimi storici e, con le sole poche lepri provenienti dalle catture nelle zone di ripopolamento e cattura, nonostante noi Enalcaccia proponessimo ripetutamente l’integrazione con l’acquisto di lepri provenienti da strutture in recinto di qualità.
In considerazione di una politica gestionale che registra il malcontento di tanti cacciatori, delle ingenti somme che vengono destinate per il mantenimento dell’ente e per il risarcimento dei danni da selvaggina anche a causa di una inadeguata attività di prevenzione danni, il nostro rappresentante, in qualità di componente il Comitato di Gestione dell’ATC, nel febbraio 2023, ha quindi fatto richiesta di accesso agli atti con rilascio di copia dei medesimi, per capire nel dettaglio le voci di uscita, nell’esclusivo interesse di chi siamo chiamati a rappresentare.
Gli atti, ad oggi ci sono stati negati e, proprio in virtù della mancata possibilità di avere contezza di ciò che nel dettaglio si andava a deliberare, abbiamo espresso voto contrario, congiuntamente al rappresentante Wilderness, all’approvazione dei bilanci consuntivo 2022 e preventivo 2023, tra l’altro presentati solo la stessa sera.

Iacopo Piantini