Mi sono alzato molto presto, spio fuori della finestra, cielo con nuvole e spiazzi di sereno, tempo variabile, speriamo bene. Bisogna andare, ci sono le carabine pronte e passate nei soffici panni per togliere quell’olio che le conserva per la prossima stagione venatoria. Ci aspetta questo campionato provinciale di tiro alla sagoma di capriolo e di cinghiale, organizzato dalla sezione provinciale di Siena, posto là, al confine fra le province di Siena e Grosseto, dove il fiume Merse fa scorrere le sue acque verso la Maremma, dopo aver alimentatole estese risaie. Proprio li sopra c’è il campo di tiro dinamico di Peccioli, la nostra meta. Il viaggio scorre fra il verde intenso dei campi di grano nelle colline senesi che si alterna al verde tenuo dei boschi. Spettatori del nostro passaggio una decina di maschi di fagiano impettiti a difesa del loro territorio e sei caprioli incuranti delle auto che scorrevano vicino, continuavano a brucare tenere foglie al limite dei roveti lungo le sponde dei calanchi.
Nel centro è presente un vento fastidioso, ma non freddo, che spira da sud ovest; nei quattro campi di tiro una venticinquina di soci stanno già iscrivendosi, presso il tavolo gestito dalla Sig.ra Angela Pelacchi ed il suo collaboratore Santelli. Sono impazienti di mettere in mostra la loro bravura nel tirare a quelle sagome che nel caso del cinghiale corre qua e là con reale velocità.
Ci accoglie, a questa importante manifestazione, annualmente organizzata, il Presidente provinciale, Antonio, con un benvenuto a questa coppia d’aretini uno dei quali l’anno scorso si portò a casa un bel prosciutto di “cinta senese”.
Dopo aver salutato i presenti cominciamo a prendere le “misure” delle persone presenti, ci sorge subito un dubbio, “quest’anno la cosa si fa difficile”. Ci si consola con l’abbondante colazione fatta di un ottimo pane toscano e costolicci, salsicce e braciole messe sopra i carboni ardenti. Si nota la mancanza di vino, “bene dico io”, in compenso ci sono ottime e dissetanti bibite. Ci si avvicina agli stend di tiro, spuntano dai foderi eccellenti e ricercate carabine, ottimi fucili da caccia ad anima liscia; si sentono commenti di veri esperti. Iniziano per primi i tiri alla sagoma dell’irsuto con fucili ad anima liscia, poi con le carabine ed il bersaglio, non solo è colpito ma, nella grande maggioranza, i tiri sono finiti in quel piccolo cerchio del centro, tutti sono entusiasti dei risultati. Aspettiamo il nostro turno e dopo aver visto colpire da veri esperti la sagoma del cinghiale che corre, iniziano i tiri con carabine munite di ottica alla sagoma del capriolo alla distanza di cento metri. Si vede fra i soci tiratori la padronanza, la capacità dell’uso della carabina, il saper manovrare da veri esperti le tacche di mira dei cannocchiali posti sopra le carabine, la ricerca accurata del centro del bersaglio e così iniziano gli spari, secchi, precisi con cadenza militare. Va sottolineato l’assistenza e la precisione degli addetti del campo che non tralasciavano nulla per mettere in sicurezza i tiratori presenti. Al termine dei tiri si riscontrano i seguenti risultati:
Fucile ad anima liscia: 1° Gianpaolo Benincasa, 2° Fabio Benincasa, 3° Curzio Giuliani.
Carabina senza ottica: 1° Alessandro Caselli, 2° Massimo Calderini, 3° Valerio Colussi.
Carabina con ottica per cinghiale:1° Fabio Benincasa, 2° Alberto Pelacchi, 3° Antonio Sacchi.
Carabina con ottica per Capriolo: 1° Curzio Giuliani, 2° Valerio Colussi, 3° Lorenzo Cresti.
Eugenio Contemori